Nuova Riveduta:

Atti 20:35

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere"».

C.E.I.:

Atti 20:35

In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!».

Nuova Diodati:

Atti 20:35

In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi in questo modo ci conviene sostenere gli infermi e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse: "C'è maggior felicità nel dare che nel ricevere!"».

Riveduta 2020:

Atti 20:35

In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: 'Vi è più gioia nel dare che nel ricevere'”.

La Parola è Vita:

Atti 20:35

Vi sono stato continuamente d'esempio, aiutando i bisognosi, perché ricordavo le parole del Signore Gesù: "C'è più felicità nel dare che nel ricevere"».

La Parola è Vita
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Riveduta:

Atti 20:35

In ogni cosa vi ho mostrato ch'egli è con l'affaticarsi così, che bisogna venire in aiuto ai deboli, e ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: Più felice cosa è il dare che il ricevere.

Ricciotti:

Atti 20:35

e ho fatto di tutto per mostrarvi, lavorando così, che s'ha da aver cura dei bisognosi, rammentandosi le parole del Signore Gesù, il quale disse: - È meglio dare, che ricevere -».

Tintori:

Atti 20:35

E in tutto vi ho dimostrato che sì lavorando bisogna soccorrere gli infermi, ricordandosi delle parole del Signore Gesù, il quale disse: È meglio dare che ricevere.

Martini:

Atti 20:35

In tutto vi ho dimostrato, come in tal guisa lavorando, conviene sostenere i deboli, e ricordarsi della parola del Signore Gesù, poiché egli disse: È maggior ventura il dare, che il ricevere.

Diodati:

Atti 20:35

In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi, si convengono così sopportar gl'infermi; e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il qual disse che più felice cosa è il dare che il ricevere.

Commentario abbreviato:

Atti 20:35

28 Versetti 28-38

Se lo Spirito Santo ha nominato i ministri sorveglianti del gregge, cioè pastori, essi devono essere fedeli alla loro fiducia. Considerino la preoccupazione del loro Maestro per il gregge affidatogli. È la Chiesa che Egli ha acquistato con il proprio sangue. Il sangue era suo in quanto uomo; tuttavia, l'unione tra la natura divina e quella umana è così stretta che viene chiamato sangue di Dio, perché era il sangue di Colui che è Dio. Questo gli conferisce una dignità e un valore tali da riscattare i credenti da ogni male e acquistare ogni bene. Paolo parlava delle loro anime con affetto e preoccupazione. Erano pieni di preoccupazione per la loro sorte. Paolo li invita a guardare a Dio con fede e li raccomanda alla parola della grazia di Dio, non solo come fondamento della loro speranza e fonte della loro gioia, ma anche come regola del loro cammino. I cristiani più avanzati sono in grado di crescere e troveranno nella parola di grazia un aiuto per la loro crescita. Come coloro che non sono santificati non possono essere ospiti graditi del Dio santo, così il paradiso non sarebbe tale per loro; ma per tutti coloro che sono nati di nuovo e sui quali l'immagine di Dio è rinnovata, è sicuro, poiché la potenza onnipotente e la verità eterna lo rendono tale. Egli si raccomanda a loro come esempio di non preoccuparsi delle cose del mondo presente; ciò li aiuterà a passare comodamente attraverso di esso. Potrebbe sembrare un'affermazione difficile, perciò Paolo vi aggiunge un detto del loro Maestro, che vuole che ricordino sempre: "È più bello dare che ricevere"; sembra che fossero parole usate spesso con i suoi discepoli. L'opinione dei figli di questo mondo è contraria: hanno paura di dare, se non nella speranza di ricevere. Il guadagno evidente è per loro la cosa più benedetta che ci possa essere; ma Cristo ci dice cosa è più benedetto, più eccellente. Ci rende più simili a Dio, che dà a tutti e non riceve da nessuno, e al Signore Gesù, che andava facendo del bene. Questa mente era in Cristo Gesù, possa essere anche in noi. È bene che gli amici, quando si separano, si separino con la preghiera. Coloro che si esortano e pregano gli uni per gli altri, possono avere molte stagioni di pianto e separazioni dolorose, ma si incontreranno davanti al trono di Dio per non separarsi più. Fu di conforto per tutti il fatto che la presenza di Cristo andò con lui e rimase con loro.

Riferimenti incrociati:

Atti 20:35

At 20:20,27
Is 35:3; Rom 15:1; 1Co 9:12; 2Co 11:9,12; 12:13; Ef 4:28; 1Te 4:11; 5:14; Eb 12:12,13; 13:3
Sal 41:1-3; 112:5-9; Prov 19:17; Is 32:8; 58:7-12; Mat 10:8; 25:34-40; Lu 14:12-14; 2Co 8:9; 9:6-12; Fili 4:17-20; Eb 13:16

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